Camminando tra i vicoli del quartiere Capo siamo sorpresi dal profumo di melenzane fritte: qualcuno sta probabilmente preparando una pasta con spada e melenzane o, di più, una caponata. Ora respiriamo la fragranza estiva del finocchietto selvatico sbollentato da qualcuno mentre, davanti a una palazzina, scorgiamo un’anziana signora che frigge verdure in pastella per strada.
Qualcuno arrostisce carne sul marciapiedi e, poco distante, il mulunaro, taglia fette di anguria con un coltello da macellaio, sprigionando profumi che ci ricordano inevitabilmente l’aroma del gelsomino. Poco lontano dal nostro ristorante, alle tre di notte, sentiamo il forte richiamo della cipolla mantecata nella salsa: è il forno in cui preparano lo sfincione per tutta Palermo… «Chi ciavuruuuu! Uora uora ‘u sfurnai!»
Questi sono i coloriti e segreti percorsi degustativi di Palermo!
Percorsi cromatici, sonori, olfattivi e non solo degustativi. Che voi siate palermitani o no, non potete evitare di subire il fascino del camminare e respirare tra i vicoli. Vincenzo Pinto ha imparato i misteri della cucina siciliana in questo teatro di profumi. Arte, scienza della cucina e alchimia del gusto tramandate di cuoco in cuoco, di padre in figlio.
Crescendo, ha lavorato in cucine d’élite, tra hotel di lusso e ristoranti gourmet, dove ha appreso i nuovi segreti della cucina moderna, tecniche che oggi applica alla ricette tradizionali siciliane.
La caponata di Vincenzo non ha la forma classica: la sua ricetta non è esattamente quella tradizionale: è una parodia, sublima in bocca ed esplode con il tipico sapore, amplificato ed eccelso.
Le nostre ragazze vi sveleranno il menù al tavolo. Ogni procedimento culinario, ogni tecnica utilizzata da Vincenzo, ogni strato di sapore ricamato sui vostri piatti vi sarà rivelato davanti al menù.
L’esperienza dei percorsi degustativi di A’ Cuncuma vi porta ad assaporare i segreti antichi e moderni della cucina siciliana. Non possiamo essere classificati un ristorante gourmet o tradizionale.
Le due anime si fondono e convivono nei nostri piatti come le popolazioni che hanno contaminato la nostra terra, in totale armonia, in una nuova forma evoluta, ricca di nuance, ma sempre coerente e coesa.